Mi è stato chiesto di parlarvi della mia esperienza nel
servizio che presto in alcuni dei centri di prima accoglienza per richiedenti
asilo politico della diocesi di Chioggia.
Ebbene, la mia esperienza la potrei paragonare ad un
"puzzel" di volti, di nomi, di vite..., che Dio sta componendo. Il
puzzle non è ancora completo, ma non voglio mettere fretta a Dio. Sappiamo che i suoi tempi non sono i nostri:
Lui ha a che fare con l'Eternità ed io mi trovo nel tempo, in questo
"oggi" , piccolissima parte della Sua Eternità. Sono felice di
esserne parte, anche se non so il perché.
Dicevo, che Dio sta giocando a comporre questo puzzle.
Vengo da un'esperienza in Africa, durata alcuni anni e
conclusasi nel luglio 2014. Sembrava un puzzle di 100 pezzi ormai terminato, ma
in realtà era l inizio di uno di quelli giganteschi....che sembra non finiscano
mai!
Ho incontrato i ragazzi perché parte di questo immenso puzzle e
loro mi hanno aiutato a trovare, dentro al gioco di Dio, il mio posto.
Il nostro amato Papa Francesco sin dall' inizio del suo
ministero, ci ha esortato ad andare come Chiesa nelle periferie....e proprio
mentre diceva cosi, accadeva che Dio faceva venire le periferie da noi!!!
"Sono capace di riconoscere nel volto del mio fratello
quello di Dio???" È sempre il Papa che parla, all'Angelus del 26 ottobre
2014.
Questi ragazzi, che per molti oggi sono solo dei semplici
numeri: 630, 1234, 14500, 120000 ecc., sono innanzitutto degli esseri umani
come ciascuno di noi.
La mia esperienza con i ragazzi? È un continuo personale esame
di coscienza:
1. Come essere umano
2. Come donna libera
3. Come italiana
4. Come cristiana
Come essere umano, mi guardo allo specchio e vedo due occhi, un
naso, una bocca ecc., insomma tutto quello che è della specie umana. Poi guardo e osservo nei
volti dei ragazzi che incontro ogni giorno, se per caso non manchi qualcosa.
Accipicchia hanno tutto, come me!!! Anzi molti di loro sono più graziosi nei
lineamenti. Nei loro sguardi, nei loro sorrisi, nei loro capelli crespi....vedo
il riflesso della bellezza di Dio!! Non c'è dubbio: sono esseri umani come lo
sono io!!
Sin da piccola spesso nel vedere alla televisione o per strada
un povero o uno straniero nella sofferenza, mi chiedevo: "Perché io si è
lui no!?!" Quale merito ho io di avere la pelle bianca; di essere nata in
questa nazione; di aver conosciuto la Verità, Gesù vero Dio e vero Uomo, nella
Chiesa Cattolica; di aver frequentato la scuola e aver scelto quella che più mi
piaceva; di avere una famiglia che mi vuole bene; di poter votare liberamente
chi preferisco; di scrivere; di leggere quello che voglio; di professare
liberamente il mio credo; di vestirmi come voglio; di divertirmi; di godere del
dono della pace; ....????
Non ho fatto niente per meritare tutto questo! Nessuno di noi
lo ha meritato!
Mi fanno rabbrividire le frasi che spesso sento, anche di certi
cattolici che dicono: "perché non stanno a casa loro?"
Vengono da terre in cui la libertà vera è un sogno; dove la
giustizia è una barzelletta; dove l'uguaglianza è una facciata e dove la bugia
e l inganno sono la regola di sopravvivenza. Sappiate che vengono da terre in
cui seppure il colonialismo sia finito da un pezzo, regna sempre l Impero dei
bianchi!!!! Guardiamoci in faccia e diciamo con lealta' che la povertà, l'ingiustizia, la
disuguaglianza e l'ignoranza di questi popoli fa il nostro interesse!!!
Con quale coraggio diremmo a nostro fratello che vive nell
indigenza, stai li dove sei sempre vissuto?
Allora è bene chiedersi: "ai miei occhi, nella mia mente e
nel mio cuore, quel ragazzo che scappa da un posto dove i diritti più naturali
gli vengono negati, è un essere umano come me?"
Siamo noi a non essere più umani!!!
Essere al fianco di questi fratelli che Dio ci pone accanto è
diventata una sfida.
La storia si ripete:
anche ai piedi della Croce ne è rimasto solo uno di discepolo!!!
Quando la situazione comincia a scomodare, quando sembra che
non ci sia un guadagno ma una perdita di stima da parte degl altri,....Allora
la fede non fa testo!!
Vivo ogni giorno al fianco di questi fratelli, che vengono da
quella parte d'Italia separatasi milioni di anni fa dal nostro continente (un
tempo la terra ferma era un unico grande pezzo), e la parte più difficile del
mio servizio è avere a che fare con gli italiani!!!
Essere al fianco di questi ragazzi che Dio ci pone accanto è
diventata soprattutto un'occasione di umanizzare la nostra vita e di provare,
nella piccolezza, a vivere una fede coerente. "Ero straniero e mi avete
ospitato...". Ci stiamo provando insieme ai volontari del Progetto
Diocesano che chiamiamo "Intrecciati".
I nostri ragazzi sono giovani tra i 20 e i 30 anni, che hanno
attraversato il deserto, che hanno visto morire centinaia di persone sul loro
cammino e che alla fine dovevano scegliere se morire uccisi in Libia o tentare
di attraversare il mare. La natura, per quelli che ce l hanno fatta, si è
mostrata più clemente dell'uomo.
Guardare nei loro occhi e vedere i loro sogni brillare;
ascoltare le loro parole e sentire il suono della speranza per un futuro di
giustizia e di pace.
Vorrei solo farvi alcuni esempi:
...Massoud, cristiano, in una testimonianza ringraziava l aiuto
ricevuto dagli italiani e aggiungeva: "ringraziate sempre per il dono
della pace che in questa terra voi potete godere. Preghiamo perché in tutto il
mondo ci sia giustizia e pace. Sappiate che se ci fossero giustizia e pace nel
mondo, nessuno di noi lascerebbe la propria terra per venire qui. Casa è sempre
Casa!".
Lawrence che per l ennesima volta era stato cacciato via dalla
spiaggia pubblica perché non poteva stare li come tutti a fare il bagno. Mi
guarda e mi chiede: "il mare non è di tutti? Che cosa c'è di sbagliato in
me che a voi non piace?"
Raccontarvi un viaggio fatto sarebbe più semplice per me, che
darvi la mia testimonianza sul servizio che svolgo
con questi fratelli: avrei bisogno di aggiornare quello che
dico ogni giorno, perché ogni momento che lavoro con loro da una sfumatura
nuova a tutto.
Sono persone speciali, e non lo dico perché amo l Africa e gli
africani, o i poveri....ma sono persone speciali come me è voi perché pensate,
amate e create da Dio come me e voi.
Vorrei solo concludere con un piccolo appello:
prima di
lasciare che le nostre menti e i nostri cuori vengano sporcati dall intolleranza
razzista di pochi, avviciniamoci a queste persone e proviamo a rispondere alla
domanda del nostro amato Papa Francesco: "sono capace di riconoscere nel
tuo volto, di un colore diverso, carico di sofferenza, di preoccupazioni per un
futuro che sembra offrirti solo povertà, clandestinità, intolleranza,
ingiustizia...., sono capace di riconoscere nel tuo volto il volto di
Dio?"
Dio ha portato le "periferie" nel centro delle nostre
città non perché come il levita passiamo accanto all uomo incappato nei briganti,
e proseguiamo oltre. Dio ci chiama ad essere come Lui, il buon samaritano che
passo' accanto, vide, ne provò compassione e si prese cura di lui, perché solo
così si è davvero dalla parte dei poveri!!!
Elena Favaretto
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